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Manuale di azzeramento ottica BFTA
- Aggiornato da Maestro

© Scritto da Wayne K. Hudson, 2002.
© Aggiunte di András Fekete-Móró (Maestro), 2009-2013.

© Tradotto da Andrea Tappini (Andre K98), 2014-2015.

© Il seguente documento è protetto da copyright per mano della BFTA dalla BFTA e da András Fekete-Móró.
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Contenuti

1. Introduzione

2. Preparazione della Carabina

3. Montaggio dell'Ottica
3.1. Altezza attacchi e montecarlo (Poggiaguancia)
3.2. Centraggio torrette di regolazione
3.3. Montare gli Attacchi
3.4. Regolazione diottrie
3.5. Impostare il centro ottico alla distanza ottimale
3.5.1 Misurare l'inclinazione di una Scina
3.5.2 Disallineamento Laterale dell'Ottica
3.6. Mettere il reticolo a piombo
3.7. Regolazione definitiva della deriva

4. Stabilire la traiettoria
4.1. Scegliere la distanza di azzeramento
4.2. Metodi di lettura del parallasse e della torretta dell'alzo
4.3. Punto di elevazione massima della traiettoria e utilizzo di torrette battenti
4.4. Completare la verifica della traiettoria rimanente
4.5. Spostamento del punto d'impatto

5. Lettura distanze mediante il Parallasse
5.1. Cos'è il parallasse?
5.2. Tipi di parallasse esistenti
5.3. Calibrazione del parallasse per la lettura della distanza
5.4. Variazione del parallasse

6. Spiegazioni Balistiche
6.1. Perchè il 4,5 (.177)?
6.2. Traiettoria vista dall'ottica
6.3. Il Minuto Di Angolo (MOA)
6.4. Aumentare l'altezza dell'ottica

6.5. Tiri verso l'alto/verso il basso

7. Compensare la traiettoria con la correzione
7.1. Come funziona?
7.2. Reticoli con più punti di riferimento
7.3. Azzeramento con questa tecnica

 

1. Introduction

Il fine di questo manuale non è il voler insegnare come si spara nel Field Target o come usare un'arma ad aria compressa in generale. Prima di usare queste righe è necessario avere le idee chiare in merito a tutti gli aspetti che implicano il maneggio o il tiro di un'arma ad aria compressa, e avere un livello di conoscenza quantomeno basico per comprendere adeguatamente ciò di cui andiamo discorrendo.

Viene assunto che il tiratore abbia un minimo di base per quel che concerne il tiro, sappia rosare su carta, sia pronto a mettere a punto la calibrazione tra ottica e arma nel miglior modo possibile, così che quest'ultima possa sparare accuratamente bene tra gli 8 e i 50 metri. Si presume inoltre che il tiratore possieda un'arma calibro 4,5 (.177) e un'ottica con correttore di parallasse. Le informazioni a riguardo tale argomento, sono presenti nel settimo capitolo.

Importante: non si vuole sostituire gli istruttori di tiro con queste pagine. Altresì devono essere una risorsa da utilizzare in caso di situazioni di difficoltà per i principianti che fanno fatica a regolare la loro nuova bellissima attrezzatura. Armati di quanto state leggendo, l'istruttore e il neo-tiratore dovrebbero essere in grado di accorciare i tempi di messa a punto da poche settimane a pochi giorni

E'desiderio dell'autore che questo manuale abiliti un neofita a tale conseguimento in modo semplice e sistematico.

Wayne K. Hudson
Novembre 2002

 

2. Rifle Preparation

La carabina deve essere in grado di:
1. Non andare oltre la tolleranza prevista dal Regolamento,
2. Lo scatto deve rilasciare il colpo in maniera sicura e controllata,
3. L'arma deve garantire il massimo della precisione col pallino che si è scelto di usare.

Tutti i tiratori inglesi hanno difatti adeguato le loro carabine al fatto che la loro velocità di volata ( o V0) non deve superare la tolleranza di 3,67 metri al secondo. Perciò prima di iniziare qualsiasi operazione di setup è vitale che controlliate la V0 della vostra carabina mediante un Chrony e pallini che intenderete utilizzare nelle gare. Se la velocità rilevata sarà troppo alta, in tal caso dovrete ridurla. In caso opposto, di velocità più bassa significantemente potete lasciarla tale oppure incrementarla, sempre stando nei limiti. Avere un'arma che eroga un'energia superiore a quella prevista è rischioso in termini legali e difficilmente porta chissà quali benefici in gara.

Per calcolare l'energia sviluppata da una carabina serve: un cronografo per vedere qual'è la velocità di uscita del pallino (in metri al secondo), il peso in grammi del pallino. Una volta avute queste informazioni possiamo effettuare il seguente calcolo:
Energia (Joules) = Velocitಠ(m/s) * Peso (Grammi) / 2000 Es. 166 mt/s * 166 mt/s * 0,547 (peso JSB Exact) / 2000 e abbiamo 7,5 il che significa che la nostra arma eroga 7,5 Joules.
Meglio fare più misurazioni anzichè prendere subito per buona la prima che ci viene data, fare una media è suggeribile. Avere più misurazioni è preferibile anche per vedere se la nostra arma è costante o meno. Qualora non lo fosse occorrerà trovanre il motivo (es. canna sporca, sostituzione molle a tazza, regolatore da risistemare o visitina dall'armiere). Una variazione di 2 o 3 metri al secondo è più che tollerabile, se fosse invece di 8-9 mt/s o anche più allora è meglio fare controllare la carabina.

Lo scatto è sempre differente da carabina a carabina, quindi se lo si vuole regolare è sempre bene dare un'occhiata al manuale d'istruzioni dell'arma per poter effetturare l'operazione in totale sicurezza. Nelle carabine per il field target, lo scatto tende ad essere più leggero rispetto a quelle usate per la caccia , tuttavià è importante che non sia troppo leggero poichè il colpo potrebbe essere rilasciato anche solo chiudendo l'otturatore. E' importante poi che la lama del grilletto sia ben dritta e che la distanza tra il calciolo e il grilletto sia lunga quanto il nostro avambraccio (si mette il calciolo nella curvatura del braccio e si regola la distanza in base a quando l'indice arriva a toccare il grilletto come si preferisce). In caso di grilletto aggiustabile, tale operazione può essere affinata più facilmente. Per ulteriori dettagli consultare il manuale alla sezione delle Abilità tecniche.

Imbracciata la carabina, la mano destra (o sinistra per i mancini) arriva all'impugnatura e al grilletto in maniera pulita, senza allungarsi (impugnatora lunga) o contenendosi (impugnatura corta). La lama del grilletto dovrebbe essere al centro esatto del dito indice. Qualora ciò non succedesse a causa di una lama grilletto non regolabile e un'impugnatura corta, è suggeribile aggiungere dei distanziatori tra calciolo e calcio carabina, o rimuoverli qualora avessimo la situazione opposta. Se non ci fossero distanziatori da rimuovere allora potrebbe essere indicato effettuare un piccolo lavoro di falegnameria sulla parte posteriore del calcio. Come regola generale, se afferri l'impugnatura agevolmente, il calciolo si incunea nella spalla senza forzare troppo.

Per la selezione dei pallini, si assume che il tiratore abbia un'idea su quali siano quelli che la sua carabina meglio digerisce, ma senza andare a toccare la procedura del setup completo.

Finora avrete notato che tendete sempre a tenere l'occhio non impegnato in mira chiuso, tuttavia è vantaggioso imparare a sparare tenendoli entrambi aperti. Stimare la distanza può essere difficoltoso se entrambi gli occhi non sono adeguatamente rilassati. Se usate una bolla di livello, è difficile tenere quest'ultima sott'occhio se si tiene l'occhio non puntante chiuso. Tenere entrambi gli occhi aperti è inoltre d'aiuto al tiratore per visionare gli eventuali eventi che interessano la zona di tiro (se tira vento, quanto è intenso, ecc). E' una tecnica che non viene naturale e dà da fare se la si vuole apprendere, ma garantisce notevoli frutti una volta appresa.

Una volta completato il tutto, è ora di montare (o ri-montare) l'ottica.

 

3. Montaggio ottica

3.1. Altezza attacchi e Montecarlo (Poggiaguancia)

Ottenere i giusti attacchi può risultare una faccenda assai costosa. Scegliere quelli giusti significa maggior comodità e più bersagli abbattuti. Il fattore primario per la selezione di un buon paio di attacchi (oltre al diametro giusto) è la spaziatura che intercorre tra la campana dell'ottica e la canna. Per un'ottica dotata di parallasse frontale, un montaggio troppo vicino alla canna potrebbe rivelarsi piuttosto sconveniente in quanto potrebbe venire a contatto con quest'ultima facendola flettere, compromettendo la taratura.

L'altro fattore è l'allineamento cranico. Se la vostra ottica è posta su attacchi troppo bassi, dovrete inclinare la testa in basso in maniera quasi innaturale per poter avere una visione chiara dell'immagine. Al contrario, se la vostra ottica è montata su attacchi troppo alti dovrete allungare il collo fino a staccare la guancia dal montecarlo. In entrambi i casi avreste a che fare con l'impossibilità nello stare correttamente in posizione durante l'operazione della messa a fuoco.

Le calciature col poggiaguancia regolabile eliminano il problema, difatti una volta che la campana frontale è posta a una distanza accettabile dalla canna, possiamo montare l'ottica come più ci aggrada*, assicurandoci una posizione del cranio ideale che ci garantisce il massimo confort. Di solito è sempre meglio avere la testa posta più in verticale possibile, ma ciò varia da tiratore a tiratore. Alcuni uilizzano un oculare di gomma, che elimina le luci posteriori e laterali e facilita la messa a fuoco del bersaglio. Ciò non toglie che va comunque maneggiato con cognizione di causa. E' solo un oggetto che aiuta a vedere l'immagine in maniera più chiara, non per aiutarci a mettere la testa in una buona posizione. C'è già il poggiaguancia regolabile per quello.

* I cambi di altezza dell'ottica e gli effetti sulla traiettoria sono al capitolo 6.4.

3.2. Centraggio delle torrette di regolazione.

All'interno dell'ottica c'è un tubo più piccolo, che contiene il reticolo e le lenti di inversione dell'immagine. Quando azioniamo le torrette agiamo questo tubo, che cambia la relazione tra il reticolo e l'immagine del bersaglio. Il canocchiale è otticamente centrato quando questo tubo interno è parallelo al tubo esterno. Ciò significa che gli assi della meccanica e le strutture ottiche coincidono e questa posizione ci dà un quantitativo minore di errori ottici e distorsioni dell'immagine. Un altro fattore determinante per il centraggio dell'ottica è che se il tubo interno è posto in posizione troppo estrema, potrebbe entrare a contatto col tubo esterno (alzo o deriva), precludendoci di conseguenza la possibilità di poter usare il numero di click necessari per la nostra parabola.

Ciò significa che non è possibile esimerci da tale operazione, bisognerebbe prima porlo in posizione col bersaglio e poi affinarne l'aggiustamento (con pochi clicks) mediante le torrette.

Per centrare l'ottica utilizzeremo i punti mediani del campo totale di regolazione delle torrette, anche se non è sempre affidabile e potrebbe anche danneggiarne le meccaniche.

Un altro metodo è porre uno specchio sulla campana frontale, ma pure questo è sconsigliato. In breve consiste nelmettere uno specchio a contatto con la campana (fissandolo con un elastico o similia ) mettere il parallasse a infinito e gli ingrandimenti al minimo, per poi vedere un reticolo "fantasma". Infine si allineano i due reticoli con le torrette finchè non sono allineati. Il problema di questo metodo però è che non tutte le ottiche permettono di vedere il "reticolo fantasma" e se la vostra ottica a infinito non ci arriva, il reticolo "fantasma" si muoverà di molto quando vi guarderete attraverso.

Trovare il centro ottico con uno specchio

Il miglior modo per centrare un'ottica è rotarla sul suo asse, (anche alla Schmidt&Bender usano questo metodo). Si blocca la carabina e si adatta l'ottica sugli attacchi aperti, puntanto un bersaglio rialzato. Per prevenire danni al tubo esterno, mettere un po' di carta tra l'ottica e gli attacchi.

Girare l'ottica

In seguito ruotare l'ottica lentamente spingendola verso il basso affinchè non "si arrampichi" sugli attacchi, deve solo ruotare sul suo asse. Rotatela quanto volete, ma di solito basta veramente poco. Durante la rotazione, il centro del reticolo si muoverà formando un arco:

Calcolate dov'è il centro di quest'arco e posizionate le torrette su esso in modo che il reticolo vi coincida. Ripetete la cosa un po' di volte finchè il reticolo non punterà costantemente lo stesso punto mentre si ruota l'ottica. Ora l'ottica è centrata. Marcate la posizione sulle torrette per un eventuale uso successivo.

3.3. Montare gli attacchi

Rimuovere le viti dalla parte superiore degli attacchi e metterle da parte. Lentamente svitare le viti basse laterali e far scivolare gli attacchi sulla scina. Stringere le viti gentilmente fino a un serraggio corretto. Porre l'ottica dentro gli attacchi. Rimontare la parte superiore degli attacchi e avvitare le quattro viti. L'ottica dovrebbe essere in grado di muoversi longitudinalmente e di ruotare, ponendo però un minimo di resistenza. Dopodichè, seguite questi passi:

- Assumete la vostra normale postura di tiro a terra, con l'arma imbracciata comodamente.
- Che la testa sia posta sul poggiaguancia in maniera naturale, senza forzature. Chiudete gli occhi in modo che la posizione provvisoria dell'ottica non affligga la vostra posizione. Piegate la testa in una posizione comoda sul montecarlo e se aprite gli occh, dovreste vedere la figura a fuoco (vedi immagine sottostante) alla prima. Il punto è che la posizione ottimale la si ottiene dove la nostra testa si appoggia col minor sforzo e tensione dei muscoli cervicali e occorre allineare l'ottica in base a questa posizione. Osservate l'immagine che si vede. Inizialmente "darete la caccia" a un'immagine perfetta, muovendo la testa su e giù o avanti e indietro, a seconda di come è meglio per "aprire l'ottica" (avere una visione perfetta).
- Determinate se l'ottica deve essere mossa avanti o indietro finchè non si ha un'immagine perfettamente nitida. L'immagine deve essere ben definita ai bordie avere uno spesso anello nero intorno.
- Posizionare gli attacchi in modo che siano alla massima distanza possibile tra loro. Questo ci dà una maggior stabilità. Stringere tutto bene poi.
- Allineare approssimativamente il reticolo verticale in posizione perpendicolare alla base dell'attacco, quindi stringere bene le viti della parte superiore. Ci si dedicherà in seguito ad un allineamento più preciso del reticolo ma per ora il metodo qui descritto è sufficiente.

Traguardando l'ottica da troppo vicino (sopra) e da troppo lontano (sotto):
il reticolo è malamente visibile, l'immagine è stretta con margini sfocati.
 

Traguardare l'ottica con una corretta distanza ci dà un reticolo ben definito e un'immagine perfettamente nitida.
 

 

3.4. Regolazione diottrie

La nostra ottica ci dà la possibilità di regolare le diottrie. Funzione che permette ai tiratori di poter impostare la propria ottica in vase alla propria capacità visiva. Se tale operazione non è correttamente effettuata, lo si evincerà dal fatto che il reticolo apparirà sfocato e l'occhio si affaticherà nel ridurre tale spiacevole effetto.

Esistono generalmente due tipi di meccanismo per tale operazione. Il più noto è quello della campana posteriore che viene svitata o avvitata e che viene in seguito fissata, mediante un anello filettato, sul tubo dell'ottica. Altrimenti vi è quello ove si svita o avvita, a seconda della necessità, solo il segmento della parte posteriore. Generalmente tale sistema raramente si muove una volta messo a posto, ma è cosa buona segnarne la posizione qualora dovesse muoversi accidentalmente.

Si gira tutta la campana posteriore fin quando il reticolo non appare nitido, una volta finita l'operazione si stringe l'anello di bloccaggio.

Girare il segmento posteriore fin quando il reticolo non è a fuoco.

Con l'arma imbracciata e il parallasse a infinito, guardare attraverso l'ottica puntando a un punto luminoso, meglio sarebbe il cielo sgombro (Non il sole!!!). Girare la campana o il segmento posteriore fino a quando non vedrete il reticolo perfettamente nero e definito come deve essere per la vostra visuale. Se la vostra ottica ne è provvista, bloccate il tutto con l'anello di serraggio. ate giri ampi, 1/3 o 1/2 di giro circa alla volta e fate delle piccole pause tra un tentativo e un altro per non sforzare troppo gli occhi. Se con un occhio guardate nell'ottica e con un altro all'orizzonte, in entrambe le visuali dovreste avere una visione chiara.

E se si indossano gli occhiali? Teoricamente, dato che abbiamo la possibilità di effettuare la correzione delle diottrie, un tiratore con piccoli problemi di vista se la cava anche senza di essi, riesce a traguardare le distanze con l'ottica ma, al contempo, potrebbe avere problemi nel localizzare i bersagli. Per cui può metterli una volta arrivato alla nuova piazzola e toglierseli per sparare. E' meno spinoso per i tiratori che tengono l'occhio distante dall'ottica, in quanto possono usare gli occhiali sia per la lettura delle distanze (sul parallasse e attraverso l'ottica) che per sparare.

3.5. Impostare l'accentramento ottico alla distanza ottimale

Nel Field Target la distanza cruciale è di solito posta a 50 metri. E' la più lunga distanza che si incontra e quella in cui la vostra ottica deve avere la massima resa. Ergo la nostra ottica abbisogna di essere all'"accentramento ottico" quando la nostra torretta dell'alzo è posta sui 50 metri. Con questo vogliamo dire che quando portiamo la torretta ai click dei 50 metri, questa sarà a metà strada del suo percorso d'aggiustamento. Vale la pena considerare tuttavia che è preferibile porre il centro ottico a 45 metri circa, così che esso sarà a metà strada tra i 40 e i 50 metri, le distanze di solito più dure. Ma la cosa primaria è che si capisca il significato e l'importanza del centramento ottico, con bersagli tra i più difficili in elevazione e rigorosamente al centro della deriva. Se si usa il reticolo al posto dei click, dovrà ovviamente stare al centro di esso. C'è un altro motivo che ci spinge a fare ciò. Alcune ottiche non offrono una grande escursione di regolazione e se non sono montate correttamente potrebbe succedere che non si riesca ad avere un sufficiente numero di clicks per le distanze più lunghe. Si ottiene una miglioria in tal senso "rialzando" la campana posteriore dell'ottica o con una scina inclinata (vedi paragrafo 3.5.1). Di solito, se la vostra ottica ha una lente frontale di dimensioni ridotte ed è fissata con attacchi bassi, allora non dovrebbe esserci bisogno di inclinazioni varie. Al contrario, per gli attacchi alti vi servirà più inclinazione ed è facile ottenerla con una scina apposita.

Si è fatta dunque l'ora di dirigersi al campo di tiro. Ve ne serve uno che abbia linee di tiro fino a 50 metri. Dalla vostra posizione misurate 12 metri e mettete un bersaglio a quella distanza. (Perchè 12 metri? Perchè per la maggior parte delle carabine/ottiche tale distanza condivide il punto d'impatto (POI) con quello dei 50 metri, a seconda dell'altezza dell'ottica).

Il bersaglio deve essere una semplice croce (+), sufficientemente grande per vedere però se il pellet impatta fuori di essa. Sistemate le torrette secondo quanto scritto nel paragrafo precedente, mettete a fuoco col parallasse frontale o quello laterale finchè non avrete sia il bersaglio che il reticolo perfettamente nitidi e a fuoco. Sparate un pallino al centro della croce. E' normale se il pellet impatta in basso oppure a uno dei lati. Sparate almeno tre colpi usando il medesimo punto di riferimento, per vedere se il tiro è costante (rosata).

Non pensiamo alla correzione dell'alzo, focalizziamoci sulla deriva. Svitate i tappi di protezione. Girate la torretta della deriva per il numero richiesto di click. Dovrete ripetere questa operazione dopo più tiri se abbisogna, fin quando non arriverà a rosare al centro. (Se puntavate il centro della croce, dovrete smettere qualora il pellet inizi a impattarvi tiro dopo tiro). Sistemare la deriva solitamente non è problematico a questo punto perchè verrà affinata in seguito, una volta finita di montare l'ottica. Se il punto d'impatto (POI) verticale è più alto di 50 mm rispetto a dove si punta, dovremo di conseguenza alzarlo spessorando la parte posteriore dell'ottica usando del materiale non comprimibile e flessibile. La maggior parte dei tiratori usa vecchie pellicole fotografiche, ma va bene anche un sottile strato di rame, fogli di plastica o alluminio o anche l'alluminio di copertura di uno yogurt.

2-3 pezzi di pellicola piazzati tra il tubo dell’ottica e l’attacco posteriore

Tagliate alcuni pezzi del materiale che avete scelto (15x20 mm all’incirca). Segnate le posizioni degli attacchi con una pezza. Allentate le viti inferiori dell’attacco (quelle che lo assicurano alla scina). Fate scivolare l’ottica e l’attacco lungo la scina. Allentate le viti superiori dell’attacco posteriore finchè non inizia a esserci spazio sufficiente per lo spessoramento.

Una volta inserito,rimettete l’ottica e l’attacco a posto,usando il segno fatto a penna come riferimento e permettendo all’attacco frontale di guidare il posteriore al suo posto prima di ristringere tutte le viti. (Nota: non stringete troppo le viti superiori, poiché ora l’ottica non poggia direttamente su uno degli attacchi. Fare troppa forza sulle viti di un’ottica inclinata potrebbe rovinarla o piegarla. Basta usare un giusto qualtitativo di forza).

Ancora al campo da tiro, ricontrollate il POI a 10 metri. Se il pallino impatta in uno spazio di 2,5 cm da quello mirato allora si può controllare che succede a 50 metri. Se così non fosse, allora dovreste continuare ad aggiungere (o rimuovere) spessori finoa quando la cosa rientra nei parametri.

Poi, correggiamo approssimatamente la deriva degli attacchi (senza intervenire sulle torrette). Gli attacchi alti hanno la possibilità di correggere le deviazioni laterali.Aggiustate fino a quando la differenza del Punto D’Impatto non è inferiore a 25 mm. Questa minuteria non è ancora importante, la farete in seguito. Se avete attacchi standard, possono essere comunque sistemati, con una tecnica di spessoramento non proprio nota. Vale a dire non tra l’attacco e il tubo dell’ottica ma tra la base laterale dell’attacco e la scina. Sempre al piedino fisso dell’attacco, così che potrete spessorare sia il frontale che il posteriore, a seconda della direzione che richiederà la correzione. Usate solo un ammontare di 1 mm massimo per la correzione. Questa è solo una soluzione supplementare, la cosa migliore sarebbe avere un attacco con correzione di deriva integrata.

Spessoramento della deriva

A 50 metri, ponete un grosso foglio di carta. Disegnateci una linea, con un pennarello spesso nero, da sinistra a destra esattamente in mezzo al foglio. Con la torretta rimasta al settaggio dei 10 metri, rimettete a fuoco l’ottica e sparate un gruppo di tre tiri alla linea nera. Non importa dove vanno se a destra o sinistra, ora focalizzatevi se vanno alti o bassi.

Se la rosata è più di 10 cm sopra o sotto la linea a 50 metri, allora è il caso di aggiungere o rimuovere spessori. Questo perché a 50 metri, una differenza di 10 cm equivale a mezzo giro di torretta, lasciando fuori il range ottimale di lavoro dell’ottica.

Se riuscite a ottenere il POI intorno a 5 cm da dove si ha mirato a 50 metri, solo spessorando l’attacco posteriore e lasciando la torretta centrata, allora l’ottica lavorerà al meglio per le più cruciali distanze lunghe, e le capaticà di stima della distanza dell’ottica saranno ottimizzate.

3.5.1. Misurare l'inclinazione di una Scina

Spessorare è facile ed efficace, ma il tubo dell'ottica entrerà un po' più forzato negli attacchi e potrebbe danneggiarsi se questi vengono stretti troppo. La soluzione ideale è acquistare/realizzare una scina con l'inclinazione appropriata o addirittura variabile. L'inclinazione può essere dello 0,5-0,7% ma fattori determinanti sono anche l'altezza degli attacchi e il pallino che si usa per cui dovrete trovare il valore giusto per le vostre esigenze. Se avete una scina, montateci due attacchi bassi, preferibilmente con possibilità di aggiustamente laterale. In questa maniera potrete installare senza spessoraggi, tensioni o distorsioni.

Se invece vorrete realizzarne una per vostro conto, potrete misurare l'esatta percentuale di inclinazione così: mettete l'ottica sull'arma con un attacco provvisorio (di qualsiasi altezza o tipo)e seguite i passi segnati al paragrafo 3.4 - così l'ottica sarà centrata, ma anzichè seguire i passi del paragrafo 3.5, dovrete sparare a un foglio di carta posto a 50 metri. Ricaverete l'inclinazione con la seguente formula:
% d'inclinazione = ( POI + H2 - H1 ) / L * 100
dove POI (punto d'impatto) è la differenza d'altezza in centimetri tra il punto in cui si mira e dove impatta il pallino, H1 è la distanza tra canna e ottica e H2 è l'altezza effettiva. L è la distanza del bersaglio in metri, l'inclinazione è calcolata in % (es. 0,7 % significa 0,7 mm di differenza di altezza in una lunghezza di 100 mm)

3.5.2 Disallineamento Laterale dell'Ottica

O si può notare guardando l'arma dall'alto. La maggior parte dei tiratori prende solitamente questa cosa troppo di petto, erroneamente. In soldoni potremmo asserire che non fa tutta questa differenza in allenamento e la si percepisce difficilmente se lo zero è fatto ageguatamente, scopriamo perchè:

1. L'ottica si compensa - Quando l'ottica non è nel piano di simmetria della carabina ma è rialzata ai lati. Per esempio, succede se la larghezza del prisma della scina e degli attacchi non è la stessa tuttavia la si adatta spessorando lateralmente. Se avete una scina da 10 mm e una base da 12 la compensazione è (12-10)/2 = 1 mm. Questo spostamento può essere realizzato in due modi (nei seguenti esempi si suppone che l'asse dell'ottica sia a 1 mm a destra rispetto a quello della canna):

  • Mantenere il parallelismo, ad esempio azzerare la deriva in modo che il reticolo sia già a 1 mm a destra dal punto d'impatto/POI in taratura. Con tale accorgimento il tiro andrà 1 mm a sinistra del POI a tutte le distanze. Non è un gran problema, calcolando inoltre che si deve tener conto di più diametri di KZ con il vento.
  • Tarare adeguatamente la deriva oltre i 30 metri (oltre la metà delle distanze possibili). Ciò rende la deriva assolutamente corretta, andrà a destra di 0,7mm a 50 metri e a sinistra di 0,75 mm a 7 metri.
Resta ovvio il fatto che i valori segnati in tali esempi devono essere una guida, nella vita reale potremmo averne altri.

2. L'ottica non è parallela - la ragione può essere un suo prisma calibrato in angolo o deformazioni negli attacchi, nell'ottica o nella carabina. E' importante ricordare che la traiettoria del pallino è determinata dalla relazione tra la volata della canna e l'ottica, perciò anche se abbiamo un'ottica montata perfettamente potrebbe risultare angolata (in relazione alla volata della canna) se la canna non è perfettamente dritta o peggio, piegata. Però quest'angolatura può essere corretta con la torretta della deriva e non è estrapolata con la distanza. Perciò se la scina ha 1 mm di giro nella suoi 12 centimetri di lunghezza, ciò non vuol dire che spareremmo a 42 centimetri a lato del bersaglio a 50 metri, ma solo a 1-2 mm (determinato dalla compensazione della lente frontale relata con l'asse della volata) da ciò possiamo dire che il problema sta a zero, come scritto nel precedente paragrafo.

Possiamo concludere dicendo che il disallineamento laterale dell'ottica (che può essere visto dall'alto) non mette in pericolo la precisione dell'arma. Il vero problema lo abbiamo se l'ottica è ruotata attorno al suo asse longitudinale, come ad esempio quando il reticolo non è a piombo. Benchè sembri meno decisivo, è invece il vero problema perchè in questo caso l'aggiustamento della traiettoria affligge anche la deriva e si incrementano le possibilità di errori di canting (inclinazione laterale). E non si tratta di pochi millimetri, ma si parla anche di centimetri alle lunghe distanze.

3.6. Mettere il reticolo a piombo

Il fine del mettere il reticolo a piombo è quello di fare sì che questo sia perfettamente allineato con la canna e l'azione dell'arma. Come suggerisce il nome, si usa un peso in piombo legato a un filo e lasciato in verticale il quale ci dà una perfetta linea da seguire.

Questa procedura è preferibile se effettuata montando anche una livella sulla carabina. Tale livella andrebbe posta sotto l'ottica, sulla scina da 11 mm, in modo che si possa vedere con l'occhio non impegnato nella mira, mentre l'altro occhio punta il filo a piombo. Fate attenzione, alcune bolle economiche non sono proprio in linea, provatele prima di comprarle se potete.

Il filo deve essere perfettamente visibile (esempio, meglio se di colore tipo arancione e che sia posto a una distanza accettabile in modo da vedere eventuali imprecisioni). Se si sta sui 10/15 metri va bene, questo comunque a seconda della distanza minima di messa a fuoco della vostra ottica.

1. Mettete il filo a fuoco,
2. Mettete la carabina in bolla,
3. Senza fare altro, guardate il filo a piombo,
4. Mettete l'ottica al centro e verificate se e quanto deve essere ruotata.

L'ottica rappresentata deve ruotare in senso antiorario negli attacchi fino a quando il reticolo non sarà perfettamente allineato col filo a piombo e la carabina resti sempre in bolla.

Se l'ottica dovrà ruotare considerevolmente, meglio farlo all'interno degli attacchi. Allentate le viti superiori quel poco che basta per far ruotare l'ottica. Ripetete i passi 2 e 3 fino a quando l'ottica non sarà perfettamente a piombo e in linea con l'azione.Prima di ri-stringere gli attacchi, verificate che non sia cambiata la vostra impostazione di tiro. Sempre stringere le viti alternatamente, mezzo giro per volta per evitare che uno squilibrio di forze possa ruotare l'ottica. E'consigliabile effettuare tale operazione su un apposito rest.

3.7. Regolazione definitiva della deriva

Prima di procedere col setup della traiettoria, dovrete azzerare alla perfezione l'ottica in base al tiro della vostra carabina.

Ci sono differenti scuole di pensiero riguardo la migliore distanza di azzeramento della deriva. Non ci sono dubbi sul fatto che la miglior situazione è fare ciò a 50 metri al chiuso, con un rest o con la carabina in morsa. Tuttavia, non tutti possono usufruire di tali benefici.

L'alternativa è di ridurre la distanza fino a quando il pallino non risente del vento. Come a 12/13 metri. Azzerare la deriva a tale distanza ci permette di sparare più saldamente rispetto a una distanza più lunga, ed è sufficiente per le distanze del Field Target.

A 12/13 metri ponete un bersaglio fatto di carta bianca e una linea verticale nera. Puntate a questa linea verticale e sparate un pallino. Ora, sparate nel buco del precedente pallino. Quindi, sparate al nuovo buco. Come noterete, si è formata una fila di buchi laterali equidistanti. Effettuate la correzione del caso in deriva e ri-sparate alla linea nera.

Quando, dopo i veri test e correzioni, sarete sicuri che la fila di pallini sarà sparita e che la deriva è sistemata alla perfezione, sparate un po' di tiri in verticale sempre al centro della linea. Se avete sistemato bene la deriva sarete in grado di fare una linea di buchi lungo il nero della riga. Se non è così.....ricominciate!

Disegno pratico di quanto scritto sopra.

 

4. Stabilire la traiettoria

4.1. Scegliere la distanza di azzeramento

'Zero' nel Field Target è una definizione malappropriata. A differenza dei cacciatori, che hanno un azzeramento fisso e usano il reticolo per calcolare la caduta del tiro in modo da risparmiare tempo, la maggior parte dei tiratori di Field Target preferiscono correggere il tiro mediante la torretta dell'alzo per ogni sparo. Le torrette rialzate di cui sono dotate le ottiche, le quali danno la possibilità essere resettate, solitamente usano il Minuto di Angolo (MOA) come unità.

Il resettamento deve iniziare dallo 'zero'. Lo zero, nel Field Target, sarebbe questo: la distanza e la posizione sulla torretta dell'alzo da cui si farà riferimento per tutte le altre distanze. Tutto qui. La scelta è puramente personale, anche se la logica impone di porlo al punto più alto (zenit) della traiettoria del pallino, poichè da lì tutte le regolazioni andrebbero in up rispetto allo zero, facilitando il tutto. Oppure potete usare una distanza di azzeramento nel quale riuscite ad avere una rosata migliore, così se vorreste fare un test rapido dell'arma, usate tale distanza. Ricordate però che poi rischiereste di avere i click sia in up che in down sull'alzo e sarebbe seccante.

Per forza di cose, ciò viene annullato se metteste del nastro direttamente sulla torretta con le distanze ivi scritte, senza menzionare i MOA o i clicks. In questo caso si può dire che l'ottica è azzerata a qualunque distanza. Ecco perchè a volte lo'zero'nel Field Target è una definizione malappropriata.

4.2. Metodi di lettura del parallasse e della torretta dell'alzo

Prima di procedere col setup delle distanze, è necessario decidere quale sistema di lettura su parallasse laterale/frontale e torretta vorrete usare. Abbiamo 3 diverse opzioni, con infinite variazioni in merito.

I) Marcate sia il parallasse che la torretta con le distanze in metri.

Basta solo leggere la distanza sul parallasse e trasferirla al valore relativo indicato nella torretta. Quest'ultima potrebbe diventare caotica per l'avvicendarsi delle distanze vicine a quelle più lontane e per il poco spazio tra i numeri. Usando questo metodo, non vi è uno zero vero e proprio. Qualora i numeri fossero troppo stretti tra loro, possiamo usare una torretta maggiorata o marcarli ogni 2 o 5 metri.

Leggere la distanza sul parallasse, riportarla sulla torretta

II) Leggere la distanza sul parallasse, ma usare i riferimenti propri della torretta e una tabella balistica.

Come sopra, il parallasse è segnato in metri ma, usando lo zero come base, ogni impostazione di elevazione è collegata a un certo numero di MOA o di clicks, rispetto ad esso. A meno che non abbiate un'ottima memoria, la tabella balistica delle distanze/clicks è fondamentale. Non è il più comodo dei metodi ma dà la possibilità di usare pallini diversi, usando ovviamente per ciascuno la rispettiva tabella.

Leggere la distanza sul parallasse, consultare la tabella per vedere a quanti click/MOA corrisponde e muovere la torretta.

III) Segnare i clicks/MOA sul parallasse

Il sistema è una combinazione dei due precedenti. Offre la possibilità di sbarazzarsi della tabella per un uso più immediato, anche se qualche riferimento va sempre mantenuto. Stimate la distanza e storrettate in base a quanto riporta il parallasse. Questo metodo rimuove un elemento di difficoltà psicologica nel tirare a lunga distanza e la mette in quel posto ai tiratori che fanno i furbi mentre provano a "scroccare" la lettura della distanza dalla vostra ottica.

Storrettate al volo il numero dei click che leggete sul parallasse

Marcare il parallasse e la torretta dell'alzo ha un'infinità di variabili e di combinazioni. Potete usare le lettere al posto dei numeri, o colorazioni diverse da 5 metri a 5 metri, senza scrivere nulla. La misurazione in metri sta diventando molto popolare e non è sorprendente che stia diventando usata in modo arbitrario. Non è ortodosso, ma funziona per parecchi.

4.3. Punto di elevazione massima della traiettoria e utilizzo di torrette battenti

Il primo passo nello stabilire la traiettoria di una combinazione arma/ottica è determinarne lo Zenit, ossia il punto massimo di elevazione della parabola del pallino. Per carabine che sviluppano un'energia di 16 Joules, con l'ottica posta a un'altezza standard, si trova circa tra i 20-25 metri.

Per determinare questo punto massimo, ponete i bersagli intervallati di 1 o 2 metri tra i 20 e i 25 metri. Come precedentemente, i bersaglidevono essere dei fogli di carta con una linea orizzontale nera. Sparate al bersaglio a 24 metri, correggete l'alzo affinchè tutti i tiri impattino sulla linea nera. Di seguito, senza storrettare, tirare alla linea nera dei bersagli a 18, 20, 22, 26 e 28 metri. Quello che ha la rosata più alta tra questi bersagli è lo zenit della traiettoria. Se vorrete montare una torretta battente...beh, è arrivato il momento.

Cos'è una torretta battente? E' una torretta personalizzata, più grande, che si colloca a toccare sulla torretta originaria dell'ottica quando è tarata sullo Zenit. E' più comoda soprattutto per due cose.

La prima, perchè più grande è la torretta e più grandi potete scrivervi i numeri, con maggiore spazio tra loro.

La seconda, alcune ottiche hanno la regolazione in 1/8 di MOA anzichè in 1/4 di MOA. In alcuni casi significa che per coprire tutta la parabola del tiro tra i 10 e i 50 metri, ci vuole più di un giro sano di torretta. Con un'ottica che ha sei giri di regolazione disponibili, è vitale che questa lavori nel giro giusto. Sbagliare un bersaglio perchè "Ho dato un giro di troppo alla torretta" è una delle cose più frustranti che possano succedere nel Field Target.

Le Torrette esistenti indirizzano il tiratore su quale sia il giro corretto.

La torretta battente previene questo inconveniente perchè va a toccare il corpo dell'ottica una volta azzerata, così facendo sarà impossibile fare giri sul di più errati. Anche le torrette normali possono essere convertite come battenti usando un O-ring della durezza e diametro giusti sul collo della base della torretta. Ogni volta che il tiratore penserà di aver dato un giro di troppo, potrà semplicemente mandare la torretta a batttere sul tubo, così che ritroverà subito la giusta posizione.

Queste torrette impattano sulla parte inferiore una volta messe sullo zero.

 

4.4. Completare la verifica della traiettoria rimanente

Per prima cosa, essere sicuri che la carabina abbia aria sufficiente. Questo è assai importante per le carabine senza regolatore di pressione, poichè a meno che le correzioni non siano state fatte al "cuore della ricarica", queste potrebbero risultare incorrette e manifestarsi con uno zero ballerino. Anche le armi con regolatore potrebbero dare questo problema, poichè alla fine della carica avremmo un'impennata della V0 e del punto d'impatto/POI seguita subito dopo da un drastico calo. Cronografate e verificate che la V0 sia costante.

Per prima cosa, essere sicuri che la carabina abbia aria sufficiente. Questo è assai importante per le carabine senza regolatore di pressione, poichè a meno che le correzioni non siano state fatte al "cuore della ricarica", queste potrebbero risultare incorrette e manifestarsi con uno zero ballerino. Anche le armi con regolatore potrebbero dare questo problema, poichè alla fine della carica avremmo un'impennata della V0 e del punto d'impatto/POI seguita subito dopo da un drastico calo. Cronografate e verificate che la V0 sia costante.

Vi servirà un poligono di 50 metri (55 Yards). Usando una bindella di 50 metri o markers previamente misurati sul campo, ponete le distanze a partire dallo zero a intervalli di 5 metri tra i 20 e i 50 metri. Ignorate le distanze sotto i 20 metri perchè hanno un'importanza minore e possono essere fatte in una sessione successiva usando le tabelle attuali.

Proprio come abbiamo detto poc'anzi, usate un foglio o un cartoncino con linee orizzontali. E' meglio se tali linee sono dello stesso spessore del pallino e fatte con un pennarello dalla punta grossa. Non vi servono punti di mira verticali perchè quando si sistema l'alzo di una carabina/ottica è meglio non pensare alla mira "destra-sinistra" ma focalizzarci solo ed esclusivamente a sovrapporre la linea orizzontale del reticolo a una di quelle disegnate.

Carta/cartoncino con linee orizzontali per azzerare l'alzo.

Iniziate alla distanza che avete scelto per lo zero, sparate a una linea orizzontale e ripetete l'operazione sistemando la torretta dell'alzo fino a quando i colpi non impatteranno nella linea che avete scelto. Segnate anche la distanza dei metri sulla torretta oppure mettetela a zero. Per fare ciò allentatene la vite di fissaggio e rotate la torretta fino a che lo zero non arriva alpunto di riferimento centrale. Il riferimento centrale può essere un pezzo triangolare di nastro bianco posto sul tubo dell'ottica e che punta in alto rivolto alla torretta.

Ri-stringete le viti. Ora che lo zero è delineato, spostate il bersaglio 5 metri avanti. Come sopra, sparate alla linea orizzontale e sistemate la torretta dell’alzo fino a che i colpi non impattano sulla linea. Marcate la distanza nella torretta o contate il numero di clicks/moa necessari dallo zero. Ripetete il tutto fino a quando non avrete collocato i segni per ogni 5 metri tra i 20 e i 50 metri, così facendo potrete segnare la torretta coi clicks/MOA o coi metri.

Ogni volta che si fa un test a una distanza differente, assicurarsi che una volta mosso il parallasse si abbiano a fuoco nitidamente sia il reticolo che il bersaglio alfine di eliminare l’errore di parallasse. E’ possibile ed è pratica comune, calibrare la ruota del parallasse per il calcolo delle distanze assieme alla torretta dell’alzo, ma per semplificare è spiegato separatamente.

Una volta che le distanze (20-50mt) saranno complete,allora potrete fare il tutto per le distanze tra 20 e 9 metri. I bersagli saranno collocati a più di 20 metri circa, e ora dipende intervalli di un metro da 9 a 15m e marcare a 17,5 metri è sufficiente. Dipende anche dall’altezza dell’ottica sulla canna, il segno dei 9 metri, dovrà essere un giro completo di torretta di alzo fino allo zenit. Può sembrare strano agli inizi che le distanze più corte siano invece quelle che richiedono più elevazione. Questa cosa sarà spiegata nel capitolo 6.

Dopo aver sparato tutte le distanze minori, ricontrollate tutti gli accorgimenti presi, poiché l'inesperienza nell'imbracciare un'arma può essere determinante in fase di azzeramento, specialmente se si è neofiti. Cronografate inoltre la carabina prima, durante e dopo la sessione. Ricontrollare l'alzo ci dà modo di verificare che la torretta torni allo zero, alcune ottiche hanno torrette inferiori che permettono un riazzeramento veloce.

E’ suggeribile usare un rest. Pur sparando dalla normale posizione di tiro, potete facilmente vedere, dopo un po’ di tiri, quanto intervenire sull’alzo, anziché provare invano più volte. E potete provare vari software balistici come “Chairgun”. Sarà sufficiente azzerare l’arma a 10,30 e 50 metri e usare le altre distanze dal software. Potrete apprendere un sacco di cose sulla balistica usando questo software, ma magari per un principiante è meglio impostare il tutto tiro dopo tiro.

Una volta contenti per aver trovato la vostra traiettoria completa, da 9 a 50 metri, è il momento di impostare il setting del parallasse per leggere le distanze.

4.5. Spostamento del punto d'impatto

Il Punto d'impatto/POI più cambiare col variare della temperatura. Il motivo principale è l'espansione di alcune parti dell'ottica o dell'arma soggette al caldo, ma anche il cambio di pressione nei serbatoi risulta determinante a volte. La traiettoria del pallino varia anche a seconda delle condizioni ambientali (capita che i tiri vadano alti col caldo umido) ma non è assai rilevante. La maggior parte delle armi registrano delle V0 differenti a seconda del variare della temperatura, lo si può verificare di volta in volta - o abbisogna sapere di quanto varia e agire di conseguenza mentre si tira.

Basicamente, abbiamo due opzioni per modificare le variazioni del POI. Possiamo (provare a) eliminarle, o imparare a conoscerle e agire di conseguenza sull'ottica in fase di tiro. Il metodo più sfruttato è quello di rendere la canna completamente flottante, con un supporto di 5/10 centimetri di lunghezza e montarvi gli attacchi.COn questo accorgimento avremo la sicurezza che la canna e il supporto si muovano assieme, vedasi le illustrazioni sottostanti. Sfortunatamente, potrebbero esserci anche movimenti all'interno dell'ottica, che non possiamo correggere in quanto è fuori dalle nostre possibilità.

Eliminazione dei movimenti del POI mediante la canna flottante (Feinwerkbau P70 FT e Air Arms S400 MPR-FT). I colori uguali indicano che i pezzi si muovono congiunti. I pezzi non colorati non riguardano il POI.

Senza modifiche meccaniche abbiamo una sola soluzione: azzerare l'arma a differenti temperature (almeno un'ora e mezzo prima di sparare) e basandoci su tali esperienze riuscire a sapere con variazioni termiche di 10 °C quanto bisogna compensare e come agire. E' importante conoscere le reazioni dell'arma a varie temperature in quanto se si ha abbastanza esperienza del posto in cui si spara, non si deve tener conto se lo spostamento del POI è causato dalla variazione di velocità del pellet, dalla deformazione dell'arma o dell'ottica, semplicemente saprete cosa aspettarvi coi cambi di temperatura.

 

5. Lettura distanze mediante il Parallasse

5.1. Cos'è il parallasse?

L'errore di parallasse è il movimento apparente del bersaglio relativo al reticolo, quando si muove la testa su e giù mentre si guarda dentro l'ottica. Accade quando il bersaglio non è allo stesso piano del reticolo. Per eliminare ciò alcune ottiche hanno una lente frontale aggiustabile o una terza torretta laterale. Il tiratore aggiusta il meccanismo, frontale o laterale che sia, mentre guarda sia il reticolo che il bersaglio. Quando questi ultimi risultano perfettamente a fuoco e con l'ottica posta al massimo degli ingrandimenti, questa risulta essere libera dall'errore di parallasse. Questa è la definizione di parallasse per le armi a fuoco, ove la maggior parte dei tiri si effettuano oltre i 100 metri e dove si ha una notevole profondità di campo.

Per quel che riguarda le carabine ad aria compressa la faccenda è assai diversa. Usando un'ottica con un buon ingrandimento a distanza relativamente ridotta (sotto i 70 metri), l'immagine sarà sfocata a qualsiasi distanza differente da quella impostata. Questo vuol dire che la messa a fuoco dovrà avvenire a ogni distanza al quale si deve sparare.

Anni fa fu scoperto un effetto secondario della correzione parallasse/messa a fuoco, ossia: quando un'ottica con sufficienti ingrandimenti (più di 24) veniva usata in un campo di tiro ad aria compressa, la poca profondità di questo offriva la possibilità di calibrare l'ottica in modo da poter avere sempre una perfetta lettura della distanza del bersaglio. Marcare le messe a fuoco del parallasse con le relative distanze, quella che è una semplice correzione del parallasse è diventata, per i praticanti del Field Target almeno, un rudimentale ma preciso calcolatore di distanze.

5.2. Tipi di parallasse esistenti

Esistono tre tipi di parallasse: Frontale (la lente dell'ottica), laterale e posteriore. Quello posteriore si muove mediante un anello simile in dimensione e posizione a quello dello zoom. Le ottiche dotate di tale sistema sono tuttavia poco comuni e finora non si è visto un tiratore che utilizzi tale sistema nei campi di Field Target, di conseguenza sono anche poco venduti. Perciò restano quelli frontali e laterali.

I) Obiettivo regolabile (Lente frontale)

Sono relativamente più semplici in termini di meccanica e sono meno costose di quelle col parallasse laterale. Ci sono comunque eccezioni costose, tipo Leupold, Burris, Bausch&Lomb...modelli noti nel Field Target per la loro strepitosa qualità di visuale. Tuttavia questo sistema presenta uno svantaggio di natura ergonomica e cioè quello di dover arrivare ogni volta a muovere la lente frontale mentre si guarda dentro l'ottica. Problema che si fa sentire specialmente nelle obbligate in piedi e in ginocchio. Certi modelli, come il Burris Signature, hanno un anello frontale resettabile. Le Leupold offrono un'impostazione che non fa girare tutto il blocco anteriore, si muove solo la lente mentre si ruota la ghiera. Può risultare non facile da girare fluidamente ed è una conseguenza del fatto che la stima delle distanze, per l'ottica in sè, risulti un fattore secondario in quanto queste non vengono prodotte principalmente per questo compito. Ne deduciamo che questa è una struttura più semplice e che non contiene troppi elementi ottici, di conseguenza le possibilità di effettuare errori sono ridotte. Ci sono diversi trucchi per facilitare la lettura delle distanze come un collare attorno alla ghiera o un prisma per leggere i numeri dalla posizione di tiro. Per un tiratore mancino, questo sistema potrebbe risultare addirittura più comodo rispetto a quello della ruota laterale.

Un'ottica con obiettivo regolabile (lente frontale)

II) Parallasse laterale (ruota)

Le oooiche col parallasse laterale sono ormai la norma, piuttosto che l'eccezione, nel panorama del Field Target. Dal prezzo non proprio abbordabile e con una scarsa gamma di scelta, hanno comunque un vantaggio rispetto alle ottiche con l'obiettivo regolabile frontale: la maggiore praticità. Le misurazioni sulla ruota possono essere lette senza dover 'disfare la postura'. Le ruote laterali sono generalmente più facili da girare rispatto a quelle frontali, pertanto offrono una maggior sensibilità per una stima molto più accurata. Questo meccanismo tuttavia è molto vulnerabile. Se la ruota dovesse allentarsi, si dovrà sempre girare nella stessa direzione prima di leggere la distanza per eliminare il gioco.

Le ottiche con la terza torretta presentano una piccola ruota di solito, troppo piccola per le messe a fuoco di 5 o 3 metri per volta richieste per il Field Target. Questa ruotina nasce fondamentalmente come correttore di parallasse piuttosto che come calcolatore di distanze. Perciò vi si installa sopra una ruota maggiorata. Questa ruota, o ruotone, è di solito un disco di alluminio lavorato, fissato nella ruota originaria o direttamente sulla terza torretta con delle viti o una boccola. Le terze torrette di solito hanno un diametro di 20-30 mm. Le ruote artigianali variano generalmente da 8 a 16 cm di diametro.

Potrebbe anche risultare utile farsi un altro marker per la nuova ruota, che sostituirà quello vecchio se non utilizzabile. Un sottile pezzo di plastica o metallo incastrato nella fessura della parte superiore degli attacchi e che arriva fino alla ruota può andare più che bene.

Alcune ruote artigianali.

Esistono ruote davvero grandi nel mondo ma è preferibile che non siano più grandi di 8/16 cm (6-7 inches), è più vulnerabile e la risoluzione non migliora, avrete spazi tra le distanze più grandi ma anche errori più grandi. Meglio se il marker viene posto direttamente sull'ottica, ( es. mediante un piccolo terzo anello), anzichè porre un corpo tra la parte superiore e inferiore degli attacchi. Così facendo non dovrete più ri-calibrare il vostro parallasse, qualora dovreste smontare l'ottica dagli attacchi.

5.3. Calibrazione del parallasse per la lettura della distanza

E' forse la parte più difficoltosa dell'intero procedimento di messa a punto. Possono sopraggiungere fatica e frustrazione durante una sessione estesa oltre a un'affaticamento visivo, fattori che possono diventare decisivi nel mandare sforzi e tempo all'aria. Durante una gara di Field Target, tutto ciò che si compie potrebbe risultare sprecato se non si ha effettuato prima una lettura corretta della distanza , di conseguenza è assai proficuo dedicare il tempo necessario alla calibrazione della ruota di parallasse.

Vi servirà uno spazio di 50 metri, una bindella e dei bersagli. E' oltretutto importante che utilizziate il corretto tipo di bersaglio nell'impostare i vostri riferimenti. Il migiore resta la sagoma abbattibile poichè sarà quello il bersaglio da stimare che troverete in gara. Prendete due sagome e verniciatene una di nero con la killzone bianca, l'altra di bianco con la kill zone nera. Ponete i bersaglia auna buona distanza anche in termini di sicurezza e sparategli più meno 10 pallini. Così facendo avremo un contrasto tra la vernice e il metallo grezzo.Prendete la cordicella di riarmo in nylon e fate alcuni nodi attorno all'anello di metallo sulla parte frontale delle sagome. Da qui, la stringa e le sue piccole venatura possono giocare a nostro favore nel poterci dare un'immagine più dettagliata possibile.

E' necessario mettere del nastro da carrozziere sulla ruota o qualcosa di simile, in modo da potervi scrivere sopra i numeri. Pennarelli indelebili a punta fina sono la miglior soluzione. Altra alternativa sono i numeri 'Letraset' che possono essere utilizzati direttamente sull'alluminio pulito. Ora è il momento di decidere quale sistema adottare tra i due. (Vedi paragrafo 4.2)

Malauguratamente, man mano che la distanza aumenta, il differenziale del parallasse (distanza tra i numeri) dimiunisca, finendo a infinito poco dopo i 70 metri. In media, la distanza tra i 20 e i 25 metri in una ruota da 12,5 cm è di 25 mm. Tra i 45 e i 50 metri (50 e 55 yards) si riduce a 5 mm. Conseguentemente le distanze lunghe risultano le più difficoltose da mettere a fuoco in maniera accurata e ripetuta. 20 metri è una buona distanza da cui partire. E' oltre la messa a fuoco minima dell'ottica e non così distante da risultare difficile.

Ponete i bersagli a esattamente 20 metri dalla lente frontale dell'ottica.. E' vitale che la lente frontale sia usata come punto d'inizio per la vostra misurazione, altrimenti otterreste stime delle distanze non accurate. Eseguite la seguente procedura:

1. Focalizzate i vostri occhi primariamente sul reticolo dell'ottica. Girate la ruota fino a quando il bersaglio nero non è abbastanza nitido.
2. Ripetete, e provate a restringere l'arco di rotazione finchè non il bersaglio è a fuoco perfettamente.
3. Con una penna, fate un segnetto sulla ruota vicino al marker.
4. Ripetete i passi 2 e 3. Se i segni restano sempre prossimi allo stesso punto allora ci siete e segnate la distanza traguardata in maniera permanente. Se risultasse impossibile abbreviare l'arco a quel grado, dovreste dividere la differenza tra gli estremi del segno con la penna o prendere il punto in cui sono più addensati e marcare quello.
5. Ripetete i passi dall'1 al 4 col bersaglio bianco. Il segno dovrebbe cadere nel punto di prima, potrebbe anche non succedere. Prendete un appunto sulla differenza di messa a fuoco tra bersagli bianchi o neri. E' importante allenarsi nella stima delle distanze in condizioni di luce diverse. Ciò è essenziale in quanto l'occhio umano si stabilizza più alla svelta se l'immagine è molto dettagliata e c'è abbastanza luce. Come ruoterete il parallasse, il vostro cervello proverà a correggere l'immagina sfocata perciò la vedrete leggermente a fuoco prima di vederla davvero nitida. Tale differenza è data dalla condizione di luce, l'età, lo stato fisico del momento, ecc... Potete ridurre questo effetto se ruotate il parallasse con la stessa velocità, non troppo veloce ma neanche millimetro per millimetro. L'immagine apparirà più definita se farete giri più grandi (es. 3/4 metri anzichè metro per metro).

Come dicevamo poc'anzi, è importante non esagerare. Concentrati sul bersaglio, i nostri occhi tenderanno a mettere a fuoco quest'ultimo per compensare l'errore di parallasse, mettendo il reticolo fuori fuoco. (fig.1). Non ve ne accorgerete fino a quando non discosterete l'occhio dal bersaglio e vedrete che il reticolo tornerà a fuoco e il bersaglio risulterà sfocato (fig.2). Ecco perchè dovreste concentrarvi per prima cosa sul reticolo e dare rapide occhiate al bersaglio, oppure, usate semplicemente la vostra visione periferica per osservarlo, mantenendo la messa a fuoco primaria sul reticolo. Così facendo, il bersaglio risulterà nitido e definito, mantenendo il reticolo a fuoco (fig.3).

Figura 1

Figura 2

Figura 3

Fatto il setup per i 20 metri, muovetevi 5 metri avanti. Ripetete la procedura ogni 5 metri tra i 20 e i 50, costantemente riguardando anche i bersagli precedenti per assicurarsi che nulla sia cambiato. Se le cose iniziassero a cambiare, fate una pausa e ricominciate.

Ora che si ha completato la messa a punto per i 20-50 metri, ponete i bersagli alle distanze ravvicinate a vostra scelta. Come abbiamo detto, un riferimento a 17,5 metri tra 15 e 20, seguito da bersagli posti sempre più vicini da metro per metro dai 15 metri è più che sufficiente. Una volta arrivati quasi alla distanza minima di messa a fuoco dell'ottica, misurate la distanza esatta con la bindella. Dovreste muovere il bersaglio anche di 15 cm per volta per avere la distanza esatta. Di solito si attesta intorno a 10 metri o giù di lì. La maggior parte delle ottiche usate nel Field Target non mette a fuoco da meno di 10 metri appunto. Se riducete gli ingrandimenti, noterete che l'immagine inizia a delinearsi sempre più ma non sarà mai a fuoco completamente. Una lente frontale aggiuntiva per i bersagli troppo vicini può ovviare al problema, ma molti tiratori riescono a cavarsela bene anche senza di essa. Qualunque sia la distanza, regolate la torretta di conseguenza e sparate a uno dei bersagli vicini di cui sopra. Avrete così alla fine dell'operazione, un'ottica in grado di leggere le distanze per tutto il range della traiettoria tracciata.

 

Ora una prova pratica. Vi servirà un amico o compagni di ASD. Chiedetegli di piazzare alcuni bersagli a varie distanze, ciascuna misurata con la bindella. Loro dovranno prender nota della distanza effettiva. Da qui, iniziate a stimarne uno ad uno e riferitene la lettura agli amici. Costoro dovranno scriverla sul bersaglio traguardato. E' un esercizio interessante perchè mette alla prova la vostra capacità di stimare le distanze in maniera realistica. In un bersaglio misurato in precedenza, il vostro cervello potrebbe tradirvi ponendo il parallasse alla distanza che sappiamo già, poichè conosciamo tale distanza in partenza. La prova invece simula il fatto che nessuno sà per certo le distanze dei bersagli, salvo dopo averle traguardate con l'ottica. Esiste un detto nel Field Target che non potrebbe essere più azzeccato: fidati della tua ottica.

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Se avete seguito passo passo questo manuale, potrete mettere a punto la vostra ottica a un punto standard capace di vincere in qualsiasi competizione. Il resto, poi, è in mano tua. Benvenuto nello sport del Field Target. Divertiti!

5.4. Variazione del parallasse

La variazione del parallasse è un fenomeno noto, più o meno quasi tutte le ottiche ne risentono. La ragione principale è il cambio di temperature, altre sono l'altitudine sul livello del mare o alcuni filtri fotografici. Se volessimo confrontare il comportamento di differenti ottiche tra loro relato agli errori di stima, è sempre preferibile usare un errore a 50 metri su un'escursione termica di 10 gradi centigradi. Questo valore oscilla tra 0,5-4 metri fra le ottiche che ho testato.

Ci sono diversi modi per affrontare con la variazione del parallasse, da uno spostamento appropriato della scala attraverso più scale e segni inclinati o a più puntatori,volendo anche regolabili. Ma il punto è che dovete imparare a conoscere l'ottica e su diverse temperature come reagisce.

Alcuni esempi di correzioni di variazione del parallasse.

Purtroppo esiste solo un metodo per capire le correzioni necessarie: fare queste prove all'esterno in diverse stagioni e orari del giorno, posizionare i bersagli ogni 5 metri e stimarli più volte in maniera molto precisa. E'importante che l'ottica resti all'ombra e che passi una mezz'ora all'esterno prima che iniziare il tutto.

Calibratura della scala delle distanze per differenti temperature

Dopo una dozzina di esperimenti vedrete come reagisce la vostra ottica alle temperature. La variazione del parallasse può essere costante man mano che la temperatura cambia, o rimanere fissa per poi "saltare" di colpo. Il cambio di temperatura non è necessariamente lo stesso quando sale o scende ma si può apprendere col tempo. Se sapete come lavora la vostra ottica, saprete come e quanto compensare per ottenere la stima corretta.

Isolare l'ottica è del tutto inutile, perché è proteggetta solo dalla luce diretta del sole, ma raggiunge comunque la temepratura ambientale in un'ora e lo spostamento di parallasse si verifica lo stesso. Inoltre, il raffreddamento ad acqua non è una buona idea :-) Possiamo fare due cose che sono veramente utili : monitorare la temperatura circostante o ancora meglio l'ottica stessa (vedi foto sotto). E naturalmente mantenerla in ombra più possibile . Il tiro è solo 2-3 minuti in modo che l'ottica possa prendere troppo caldo e ha 10-15 minuti per tornare alla temperatura dell'aria.

Cosa fare contro le variazioni di parallasse?

 

6. Spiegazioni Balistiche

6.1. Perchè il 4,5 mm? (.177)

Appena il pallino fuoriesce dalla volata, questo inizia ad essere soggetto alla forza di gravità e inizia a scendere verso terra. E' fisica di base. Molti credono che una carabina in 4,5 abbia una traiettoria meno curva rispetto a una di calibro 5,5 (.22), E' una semplificazione un po' ingannevole. Con un'energia di 16,23 Joules, i pallini da 5,5 hanno una velocità media che si aggira sui 200 metri al secondo (600 piedi al secondo). Dato che l'energia alla bocca è relata al peso del pellet e i pellet di calibro 4,5 sono più leggeri rispetto a quelli in 5,5, l'energia stabilita di 16,23 Joules permette alla carabina da 4,5 di sparare il pellet a 242 mt/s (800 p/s). In altre parole quando si spara alla velocità di volata massima consentita, una carabina da 4,5 ha un terzo in più di velocità rispetto a un 5,5. Tutto si riconduce a ciò che dice la legge. Se il limite fosse stato la velocità allora avremmo avuto traiettorie simili. Ma, dovendo avere la medesima energia di volata, la traiettoria risulta più tesa con il calibro 4,5mm:

Fig.1: Arco di volo meno pronunciato per il 4,5mm con la medesima energia di volata.

Il grafico mostra cosa succede quando i diversi calibri sono sparati con le rispettive canne parallele al terreno. Il calibro 4,5 risulta più teso di 22,8 cm (9 inches) rispetto al 5,5 sui 50 metri. Ciò significa che il tiratore non dovrà effettuare troppe correzioni nell'ottica. Se ne può dedurre inoltre che il 4,5 è più gestibile in caso di errori della stima delle distanze.

6.2. Traiettoria vista dall'ottica

Nel precedente esempio, non avevamo sistemi di mira. I punti di caduta misurati erano marcati dalla linea centrale del foro dell'arma (linea della canna). Quandi si installa un'ottica il nostro piano visivo è una qualche distanza oltre la canna della carabina. Questa è la linea di mira (LOS). Come abbiamo già detto, il pallino, una volta sparato fuori dalla canna, perde progressivamente potenza e la gravità lo attira a terra. Se si vuole sparare con precisione a un bersaglio, occorre elevare la volata della canna per raggiungere il punto d'impatto (POI). Questo è quel che succede quando montiamo un'ottica. Si guarda dritti al bersaglio quando in realtà l'ottica è posta in un modo che fa puntare la carabina verso l'alto.

Vediamo che succede se montiamo un'ottica su una carabina in calibro 4,5 con attacchi bassi, centro ottica 3,8 cm sopra il centro canna, zero allo zenit della parabola (20 metri in questo caso):

Fig.2: Linea visiva che converge con la traiettoria.

Il pellet esce dalla canna 3,81 cm più basso rispetto alla linea visiva (LOS). Il pallino inizialmente non sale, come molti credono. Invece, la linea visiva punta diretta al volo del pallino e ne incrocerà la traiettoria allo zero scelto (in questo caso allo zenit della parabola, 20 metri), dopodichè il pellet inizierà a cadere. Si può anche dire che la canna guarda in alto rispetto alla linea visiva. Se si ha azzerato la carabina come nel precendete esempio a 20 metri e si spara a bersagli da 5 a 50 metri, misurando la distanza attuale tra il punto di mira e il punto d'impatto per ogni distanza, le misure ottenute produrranno il seguente risultato:

Fig.3: Caduta rispetto allo zero.

Nel Field Target, la caduta (puntando in alto o in basso) è spesso sfruttata, eccetto se si dispone di un reticolo a più punti di mira. Invece, noi agiamo sulla torretta dell'alzo e così facendo il tiratore mira sempre al centro, anche se l'arma punta lo stesso in alto o in basso a seconda della distanza del bersaglio. Il cervello e gli occhi istintivamente proveranno a mirare usando il centro del reticolo, e quindi agire sull'ottica per facilitare tale compito ci dà una maggior accuratezza in punteria piuttosto che spostare il reticolo in un punto qualsiasi del bersaglio.

Per cui, usando lo stesso setup arma/ottica come nel precednete esempio, zero a 20 metri, sistemiamo l'ottica per ogni distanza, contando il numero dei clicks ogni 5 metri. Fino ad arrivare a come segue:

Fig.4: Clicks dallo zero

La prima cosa che si nota in questo grafico è la forma diversa, rispetto al grafico precedente, di caduta dallo zero. Infatti in quello precedente abbiamo una caduta di 1,27 cm (0,5 inch) sia a 9 mt (10 yards) che a 30 mt (35 yards). Ma, invece di compensare la caduta di 1,27 cm, aggiustiamo la torretta dell'alzo fino al valore dei 9 metri e comunque non avremo il numero di click per i 30. L'impostazione dei 9 metri equivale ai 40 metri, mentre la compensazione di caduta è sui 30 metri. Che cosa succede? E'una questione di minuti-di-angolo.

6.3. Il Minuto Di Angolo (MOA)

Ci sono 360 gradi in un cerchio. Un grado è poi diviso in 60 minuti-di-angolo (MOA). La maggior parte delle ottiche offre regolazioni misurate in 1 MOA. Questo implica che per 1 click, l'ottica è regolata di un quarto, di un sesto, di un grado.

A 100 metri, 1 moa copre una distanza di 2,9088 cm (100 yards = 1,047inch/2,65cm). Tale valore è arrotondato per convenienza a 2,91 cm. 1/4 di MOA è uguale a 0,73 cm, ma solo a 100 metri. Una volta che si va oltre tale distanza, un click avrà un valore più alto di 0,73 pur rimanendo 1/4 di MOA. Se invece si va sotto tale distanza, avviene il contrario. Ogni 1/4 di MOA diventerà più piccolo di 0,73 cm. A 10 metri, ogni click muove il punto d'impatto (POI) di solo un quarantesimo (0.025) di 2,91 cm, ed è sempre 1/4 MOA.

Fig.4: Perchè servono più click a distanza ravvicinata.

 

6.4. Aumentare l'altezza dell'ottica

Ci sono due ragioni per aumentare l'altezza dell'ottica relativa alla canna. Il motivo principale è ottenere una posizione più verticale della testa così da avere meno tensione nella posizione di tiro. Il secondo motivo è il beneficio che ne ricava il tiro alle lunghe distanze. Un tiratore aumenterà l'altezza dell'ottica principalmente per il primo motivo e avere i miglioramenti sulle lunghe come effetto secondario. Nella terza figura abbiamo visto la traiettoria di un calibro 4,5 a 242 mt/s, con un'ottica montata su attacchi bassi, un centro canna/centro ottica di 3,81 cm. Nel diagramma seguente vediamo cosa succede se si monta l'ottica su attacchi più alti insieme a dei rialzi, ottenendo un'altezza complessiva di 6,35 cm (2,5 inches):

Fig.5: Traiettoria con l'ottica portata a 6,35 cm

Quando l'ottica è sistemata sull'arma, la linea visiva (LOS) convergerà sulla traiettoria in un punto più avanzato rispetto a quello che si aveva con gli attacchi più bassi, ciò significa che lo zenit della traiettoria designata si avrà a 25 metri in opposto ai precedenti 20 metri. La caduta dallo zero ai 50 metri si è ridotta da - 4,2 inches (10,6 cm) a - 2,9 inches (7,3 cm). Tuttavia, se andiamo a controllare i click della nuova traiettoria avremo il seguente diagramma:

I clicks dallo zero a 50 metri sono ridotti da 31 a 21, Tutto questo cambia guardando i clicks da 9 metri. Per l'ottica posta a 3,81 cm, si coprono tutte le distanze con poco più di mezzo giro di torretta. Invece con l'ottica posta a 6,35 cm ne servirà solamente un terzo. Quello che più conta è che conosciate e vi troviate a vostro agio con la vostra traiettoria.

Non vi è un gran vantaggio ad avere l'ottica rialzata, quantomeno è più comoda. Non vi è nemmeno uno svantaggio, si può stimare da 9 metri e arrivare a tutte le distanze con un giro di torretta. Quello che più conta è che conosciate e vi troviate bene con la vostra traiettoria.

E'UN MITO COMUNE che più alta è l'ottica, più alto è l'errore di canting (inclinazione laterale), ma è un mito errato. I tiri di un'arma inclinata seguono un arco e lo spostamento degli impatti del tiro dipende solo l'angolo di inclinazione e caduta del pellet a quella distanza ( vedi Fig.1 nella sezione 6.1 ). Si può leggere un articolo dettagliato su questo argomento qui:
http://www.szottesfold.co.uk/2012/03/high-scope-and-canting-end-of-ancient.html con i risultati dei test e le spiegazioni. Ci sono alcune eccezioni, con alcuni metodi di mira (vedi link sopra), ma che non sono utilizzati nel Field Target.

L'altezza dell'ottica non ha a che vedere con certe cose. Perchè? Ci sono test che lo dimostrano e può essere provato anche teoricamente- ora, immaginiamo una carabina con più ottiche installate, una sopra l'altra. Ognuna è azzerata a una data distanza, ogni linea di mira guarda lo stesso punto, ove sparerà l'arma. Se si inclina la carabina a una certa angolazione, puntando a ciascuna delle ottiche dalla più alta alla più bassa, guarderanno sempre allo stesso punto, la carabina sottostante resterà anchè essa nella medesima posizione. I tiri angolati si muovono attorno a un cerchio e la quantità di spostamento dipende solo dalla caduta del pallino (d) e dall'angolo di inclinazione (a). NON conta quanto sia alta la vostra ottica, dovete sempre fare attenzione a non inclinare la vostra carabina.

L'errore di inclinazione non dipende dall'altezza dell'ottica

 

6.5. Tiri verso l'alto/verso il basso

Qualora sparerete inclinati, o verso il basso o verso l'alto, i tiri tendono sempre ad andare alti per cui è meglio sparare un po' bassi per avere la certezza di abbattere il bersaglio.

7. Compensare la traiettoria con la correzione

7.1. Come funziona?

E'un metodo di compensazione della traiettoria mediante il quale, una volta stabilito lo zero di base, non sono necessari i seguenti giri di torretta dell'alzo per sparare quando la distanza del bersaglio varia. Tutte le compensazioni sono dunque effettuate mirando più in alto o più in basso. Si fa in due modi. Il tiratore può puntare direttamente un tot specifico alto, per esempio: portando la croce centrale del reticolo fino alla parte superiore della KillZone. Ciò richiede che il tiratore abbia un buon senso dello spazio e sappia quanto piccole unità di misura possano influire sulle KillZone poste a varie distanze.

Il secondo metodo è una raffinatura del primo. Anzichè mettere empiricamente la croce centrale da qualche parte sopra il bersaglio, il tiratore piazzerà un altro riferimento del reticolo al centro del bersaglio. La croce centrale resterà sempre da qualche parte sopra la KillZone, ma l'occhio si concentrerà sulla parte cruciale di essa. Tale operazione è facilitata dall'uso del "Mil-Dot" o reticoli a più riferimenti.

7.2. Reticoli con più punti di riferimento

Il Reticolo Duplex standard (a linee incrociate), perfetto per la caccia a breve distanza, risulta lacunoso se si vuol compensare la traiettoria accuratamente. Qui entra in gioco il reticolo con più riferimenti. Un reticolo "Mil-Dot" presente, oltre alle linee incrociate, alcuni punti (i dot, per l'appunto) intervallati lungo le linee del reticolo. E' possibile usarli per calcolare la caduta del pallino più accuratamente rispetto al reticolo duplex.

Un Reticolo Multi-Line (Reticolo Balistico) è un ulteriore passo avanti. Al posto dei dots, sulla linea inferiore ha non una ma più linee orizzontali (o Stadia). Una di queste linee è usata per lo zero,le linee seguenti per le distanze che lo intervallano, le linee superioriper lo zenit della parabola (qualora non si abbia azzerato alla distanza dello zenit).

Reticolo Duplex

Reticolo "Mil-Dot"

Reticolo Multi-Line


7.3. Azzeramento con questa tecnica

La prima cosa da considerare è sapere a quale distanza mettere lo zero di riferimento, es: quale distanza coincide con la croce centrale . Da lì è semplicemente una questione di tirare a distanze superiori e inferiori allo zero da 7 a 50 metri, regolando il punto di riferimento per ogni spaziatura in modo da sapere quale parte del reticolo devi mettere al centro del bersaglio per un dato intervallo. Quando si calcola la caduta non è vitale centrare otticamente l'ottica come quando si storretta, anche se male non gli fa. Invece di compiere tale operazione a 10 metri è meglio effettuarla alla distanza scelta per l'azzeramento primario, dato che l'ottica non verrà più toccata da tale setup a meno che non la si dovrà/vorrà ri-azzerare.

Qui sotto abbiamo un esempio che mostra come i dots in un reticolo "Mil-Dot" possono essere usati da riferimento tra gli 8 e i 50 metri. Non è un esempio preciso ed è portato solo al fine di illustrare il principio della cosa, dato che il posizionamento dei punti d'impatto nel reticolo è completamente dipendente dall'ingrandimento selezionato. Per questo motivo, i tiratori che usano la caduta tendono a scegliere un determinato ingrandimento agli inizi della loro carriera e seguitano sempre con quello. (I numeri e le piccole linee orizzontali non appaiono nel reticolo dell'ottica)

Distanze segnate su un tipico reticolo "Mil-Dot".